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L’Università di Manchester ha condotto uno studio che rivela come i forni a microonde presenti nell’Unione Europea producano circa 7,7 milioni di tonnellate di diossido di carbonio (anidride carbonica), inquinando più di quanto facciano quasi 7 milioni di auto.
Infatti i ricercatori hanno valutato la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera dai microonde utilizzando il Life Cycle Assessment (LCA) metodo che tiene conto dell’impatto ambientale dell’elettrodomestico lungo tutto l’arco della sua vita, dalla produzione allo smaltimento in discarica.
Lo studio ha tenuto conto di diversi fattori ambientali, scoprendo ad esempio che solo la fabbricazione contribuisce per oltre il 20% all’esaurimento delle risorse naturali e ai cambiamenti climatici.
La ricerca segnala però che l’impatto maggiore sull’ambiente è dovuto al consumo di corrente elettrica, dal momento che i forni a microonde consumano, in totale, circa 9,4 terawattora (TWh) – pari a 9,4 miliardi di kilowattora – di elettricità ogni anno, che significa in sostanza la produzione annuale di tre grandi centrali elettriche a gas.
In pratica, la vita media di un microonde dura circa 8 anni e consuma in questo lasso di tempo circa 570 kilowattora, equivalente al consumo di una lampadina led da 7 watt lasciata sempre accesa per circa 9 anni. Va rilevato però che il forno a microonde trascorre il 90% della sua vita spento.
Un altro impatto ambientale importante viene rappresentato dallo smaltimento a fine vita: nel 2005 ben 184mila tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici sono derivati da forni a microonde gettati via e si calcola che nel 2025 il totale dovrebbe essere di 195mila tonnellate, il peso corrispondente a 16 milioni di forni dismessi.
Lo studio dei ricercatori infine mette in evidenza che “i consumatori ora tendono ad acquistare nuovi elettrodomestici prima che quelli esistenti raggiungano la fine della loro vita utile, in quanto sono diventati articoli di moda e di status” e il ciclo di vita dell’elettrodomestico è passato dai 10-15 anni di fine secolo scorso, ai 6-8 attuali. Come tutti gli elettrodomestici, del resto, dalla lavatrice alla lavapiatti, dal televisore all’aspirapolvere sino ad arrivare alle auto che diventano velocemente obsolete.
Un progresso che non avevamo richiesto né previsto e che ci costa decisamente caro in tutti i sensi, dalla distruzione dell’ambiente che ci circonda alle nostre tasche.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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