Fave a coniglio
Piatto della cucina poverissima della tradizione siciliana che è stato tramandato rimanendo quasi intatto ed identico al piatto antico, e tutto ciò per la sua bontà.
Le “favi a cunigghiu” in dialetto siciliano (in italiano “fave a coniglio”), sono un piatto tipico di origine contadina della cucina siciliana, e si può preparare sia con le fave secche che con quelle fresche verdi di fine produzione, che sono più grosse, non più tenerissime e con la buccia che ricopre la fava non edibile.
Il termine “cunigghiu” deriva dal fatto che anticamente venivano servite in un unico piatto di portata o zuppiera messa la centro del tavolo e dal quale tutti i commensali le prelevavano usando le tre dita pollice, indice e medio per mangiarle, e con l’ aiuto degli incisivi, le estraevano velocemente dalla buccia che le ricopre, proprio come fanno i conigli. Ancora oggi, sebbene ogni commensale abbia un proprio piatto dal quale prelevarle, il rito mangereccio non è per nulla cambiato.
Le fave a cunigghiu si mangiavano tradizionalmente in due modi o con il brodetto ristretto della cottura (molto molto gustoso) nel quale inzuppare il pane (quasi sicuramente raffermo) per ammorbidirlo; o scolate e condite con olio e origano. In alcuni paesi si usava, in tempi relativamente recenti, unirli anche con delle verdure con ad esempio i giri, (verdure siciliane della famiglia delle biete). È una preparazione facilissima ed io ve la presento nei due modi classici, in brodo e condite con olio ed origano.
Ingredienti:
Per 4 persone
Kg. 1 di fave fresche piuttosto durette (quelle di fine produzione)
3 spicchi di aglio
1 cipollotto
2 foglioline di alloro
6 grani di pepe nero
q.b. di sale, origano e olio evo
Preparazione:
Dopo avere tolto il baccello dalle fave incidetene, con un coltello ben affilato, la buccia interna alla base e mettetele a bollire in un tegame coperte da acqua fredda, con gli spicchi di aglio in camicia schiacciati leggermente, il cipollotto pulito e lasciato intero, le foglie di alloro, i grani di pepe, 1 cucchiaino di origano e un filo di olio evo. Appena arrivano a bollore abbassate la fiamma e lasciatele cuocere lentamente per circa un’ora e mezza due ore (se dovessero asciugare troppo unite di volta in volta un mestolo di acqua già calda. Quando saranno cotte, la prova che siano cotte è prelevarne una (tra le più grosse) e gustarne l’interno, avrete i due modi per servirle:
Prima di ogni cosa eliminate l’aglio, l’alloro, il cipollotto ed i grani di pepe.
Asciutte condite:
Uscite le fave con una schiumarola, mettetele in una zuppiere e conditele con olio evo, origano e pepe.
In brodetto:
Se il brodo è troppo abbondante scolate un po’ e mettetele in una zuppiera (o nei singoli piatti) con il proprio brodo versandovi sopra un filino di olio evo.
Mamma mia che gustosità, grazie mille!!