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Crysopea

  • 29 gennaio 2012
    Venerdì scorso ho ricevuto un invito per andare a una visita guidata allo stabilimento della distilleria Poli. La visita si è svolta ieri mattina, la visita è cominciata con una ricostruzione storica della vita della famiglia Poli, che a mio avviso poteva essere tranquillamente evita, ci è stato illustrato il nuovo impianto di distillazione Crysopea. Per chi non lo sapesse, spero siate in molti in quanto non voglio fare il saccente, Crysopea è il primo impianto al mondo di distillazione a sottovuoto, successivamente ci è stata fatta degustare la grappa Cleopatra, distillata con Crysopea e invecchiata in barrique. Più cha analizzare la grappa preferisco focalizzare l’attenzione su questo nuovo sistema di distillazione. L’impianto è funzionante dal 2009, però continua a ricevere – non so se definirle “implementazioni” o “sistemazioni” – per migliorarne il funzionamento, preso atto di questo working progress non ho remore a definirlo come “prototipo”. In realtà, come apparirà ovvio a chiunque abbia qualche conoscenza tecnica di base, non si tratta di un sottovuoto assoluto, ma al fine di questa recensione poco importa. Il (semi)Sottovuoto permette di distillare a una temperatura di 46°C, riducendo notevolmente il tempo necessario per la produzione, il prodotto presenta uno scarto minimo, sia di “testa” che di “coda”. La grappa distillata con questo sistema mantiene maggiormente i profumi e risulta più morbida rispetto a un tradizionale impianto a bagnomaria. Ci è stato fatto assaggiare una grappa di vinacce di moscato, distillato con i tre sistemi, a caldaietta in rame, a bagnomaria e con Crysopea. A mio parere il metodo Crysopea è ancora distante, non troppo, dalla distillazione tradizionale(a caldaietta in rame) però rappresenta un bel passo avanti rispetto al bagnomaria. Tenuto conto della condizione di “prototipo” in cui si trova Crysopea promette molto bene. Questo tipo di impianto, naturalmente non è tutto rose e fiori, infatti presenta parecchi problemi di natura tecnica non di secondaria importanza: la creazione del sottovuoto stressa eccessivamente la caldaia in rame, che fatica a resistere alla pressione esterna correndo il rischio di collassare su se stessa (fatto già accaduto per ben 2 volte); la distillazione avviene molto velocemente il che comporta una certa difficolta nel raffreddamento dei vapori; è vero che quasi tutto il prodotto distillato è utilizzabile, ma si ha una perdita alla base di 1/8 circa; il sistema, a mio avviso, originariamente non era stato pensato per la distillazione di grappa, fi conseguenza presenta problemi d’adattamento non indifferenti. Lo stesso proprietario della poli ha ammesso che quando bisogna apportare delle modifiche, per dirlo con le sue parole, “smontiamo il pezzo e andiamo in officina a tagliare, bucare e saldare”. In conclusione il nuovo impianto ha superato sicuramente l’esame e lo ha fatto con buoni voti, infatti nonostante i continui “aggiustamenti” ha sempre prodotto da quando è stato attivato. Il salto di qualità è innegabilmente presente e presenta buoni margini di ulteriori miglioramenti, il prodotto (la grappa Cleopatra) è andata venduta fino all’ultimo bottiglia sia nel 2009(che considerato la quantità prodotta, e il fattore “novità” non sorprende), che nel 2010 (anno in cui a prodotto a pieno regime), purtroppo non ho dati sull’andamento delle vendite della grappa prodotta nel 2011. Per motivi espositivi ho generalizzato, forse eccessivamente, qualche passaggio ma se volete ulteriori specificazioni sarò ben lieto di rispondere.
  • 11 febbraio 2012
    Salve Lorenzo, sono stato diverse volte anchio alla distilleria Poli, però è da 5 anni con non ci metto piede, ho sentito parlare di questo nuovo metodo di distillazione, non ho mai avuto il piacere di degustare la grappa ottenuta con questo metodo, in compenso ho degli amici che l'hanno provata e mi hanno dato la tua stessa opinione, buona, ma quelle ottenute con il metodo tradizionale sono migliori, è solo l'inizio vedremo con il tempo com'è proseguirà. Mi ha fatto piacere leggere la sua recensione. Saluti.
  • 12 febbraio 2012
    grazie, ero indeciso se fare la recensione o no, in quanto riguardava la produzione e non il gusto in se... comunque sono felice di aver fornito informazioni interessanti.
  • 16 febbraio 2012
    Personalmente lo ritenuta molto interessante, la ringrazio per le numerose informazioni che mi ha fornito.
  • Leader
    17 febbraio 2012
    Complimenti, sono felicissimo che ci siano persone che apprezzano questo gruppo e che apportino novità e interesse... grazie e scusate se ci sono poche volte a interloquire con voi, comunque quando posso ci sono...
  • utente
    18 maggio 2012
    Bellissima recensione. Non credete però che l'eccessiva ricerca della morbidezza magari accontenti fasce più ampie di consumatori, ma in definitiva rischi di snaturare la grappa vera che deve essere equilibrata e non avere prevalenza di dolce, come purtroppo molte grappe del commercio. Un esempio di equilibrio possono essere le grappe di Pojer e Sandri o di Giovi, o ancora le grappe della Scuola di Enologia di S. Michele all'Adige, nelle quali, con metodi tradizionali, è evidente la ricerca della pulizia e dell'equilibrio. Non pretendo che i miei gusti personali siano più corretti di quelli di altri, ma vorrei sentire qualche parere in proposito.